Trattamento chirurgico della instabilità di spalla
Cosa si deve sapere Instabilità di spalla o lussazione abituale Cos’è? L’instabilità di spalla è una condizione patologica per cui le strutture di stabilizzazione della spalla (cercine glenoideo, legamenti gleno-omerali e muscoli della cuffia dei rotatori) non riescono più a tenere “in sede” la testa omerale. Quali sono le cause? Un trauma acuto può determinare la perdita di contatto tra testa omerale e glena realizzando la LUSSAZIONE ACUTA DI SPALLA. Questo trauma violento determina nel 90% dei casi il distacco del cercine e dei legamenti (lesione di Bankart) che solo in una bassa percentuale di casi possono cicatrizzare in maniera corretta. La lussazione provoca inoltre con elevata frequenza (80%) una frattura da impatto nella parte testa omerale definita lesione, incisura o frattura di hill-sachs se avviene nella parte posteriore omerale o di mc-laughin se si realizza nella parte anteriore. La direzione prevalente della lussazione è antero-inferiore, mentre più rara è quella posteriore. In alcuni casi anche la lesione di bankart si associa al distacco di un piccolo frammento osseo (bony-bankart). La lussazione acuta di spalla può essere ridotta spontaneamente e rapidamente dal paziente stesso o può richiedere il ricorso al Pronto Soccorso per una riduzione in sedazione. E’ sempre necessario un controllo radiologico che oltre a certificare l’avvenuta riduzione, consente di evidenziare le lesioni ossee glenoidee o omerali sopracitate. Dopo la riduzione, la spalla viene immobilizzata in un tutore per 20-25 gg, quindi inizia una fase riabilitativa atta a recuperare piena articolarità e stabilità. Le conseguenze di questa prima lussazione possono essere il recupero di buona funzionalità e stabilità, oppure una spalla che non si ri-lussa ma rimane dolorosa e con segni di “apprensione “ cioè timore da parte del paziente di ulteriore fuoriuscita in determinati movimenti o posizioni , infine ultima possibilità sono ulteriori episodi di sub lussazione o lussazione. Negli atleti che praticano sport di lancio tipo tennis, baseball, pallavolo si può realizzare un progressivo sfiancamento, allungamento della capsula antero-inferiore e dei legamenti anteriori con conseguente comparsa di dolore e perdita di efficienza del gesto atletico. Si realizza una minor capacità di stabilizzare la testa omerale e un secondario sovraccarico dei tendini della cuffia e una alterazione della attivazione dei vari muscoli peri-scapolari definita discenesia scapolo-toracica In queste forme di INSTABILITA’ MINORE o dolorosa si realizzano poi nel tempo distacchi parziali delcercine o dell’ancora bicipitale e/o lesioni parziali della cuffia. In questi pazienti che abbiano anche una iperlassità sono poi sufficienti traumi di minor entità come per esempio una battuta a vuoto o un lancio non ben coordinato per provocare una sub lussazione o una lussazione. Chi è più a rischio? Sono più a rischio di instabilità dolorosa e/o sublussazioni di spalla le donne per la maggior frequenza e entità di iperlassità e gli atleti che praticano sport di lancio (tennis, baseball, pallavolo), mentre sono più a rischio di lussazione traumatica e abituale i maschi e gli atleti che praticano sport di contatto (rugby, pallacanestro, calcio, judo). Inoltre, la lassità congenita dei legamenti della cuffia dei rotatori è più frequente negli adolescenti e nelle donne. Come si diagnostica? L’instabilità di spalla si diagnostica con una visita specialistica. Durante la visita, si valutano la storia del paziente (sport, traumi, sintomi) e con test specifici si verifica la presenza di lassità costituzionale. Vengono anche eseguiti test specifici in grado di suscitare dolore e/o apprensione, cioè paura che avvenga la lussazione. Successivamente, gli specialisti di spallaonline.it eseguono un’ecografia dinamica che è in grado di evidenziare subito la frattura (incisura di hill sachs) e eventuali sub lussazioni. Se non già eseguiti o disponibili possono essere richiesti: RX – che con proiezioni particolari permettono di identificare ma non misurare le lesioni ossee causate dalla lussazione RMN – se eseguita entro pochi giorni dal trauma lussante, sfruttando la presenza di ematoma -versamento articolare, diventa automaticamente una artro-rmn e permette di definire il danno al cercine, ai legamenti e alla capsula articolari TC – consente di misurare danni ossei della glena e/o della testa dell’ omero con specifico metodo ideato proprio dagli specialisti di spallaonline.it, il cosiddetto “metodo pico”, utilizzato nei maggiori centri di chirurgia di spalla Come si cura? L’instabilità di spalla in prima battuta si tratta con riabilitazione specifica atta a rinforzare muscoli della cuffia e il deltoide, a stabilizzare la scapola e a incrementare quello che viene chiamato controllo propriocettivo della articolazione. Solo in casi selezionati di atleti professionisti o lavoratori in cui una seconda lussazione può mettere a repentaglio stagione agonistica o la vita, si ricorre a intervento precoce di stabilizzazione. Se la riabilitazione non è sufficiente, è necessario l’intervento chirurgico che ha l’obiettivo di stabilizzare la spalla. L’intervento può essere eseguito in anestesia locale del plesso e in artroscopia, cioè con l’introduzione nell’articolazione di una fibra ottica collegata ad una telecamera e a un monitor che consentono di eseguire l’intervento attraverso altre due-tre piccole incisioni cutanee. Gli specialisti di spallaonline sono in grado nello stesso intervento di reinserire il complesso cercine-legamenti alla glena e di chiudere l’incisura di hill-sachs utilizzando ancorine di fissazione in tessuto di soli 2 mm.-intervento di bankart plus – In caso in cui il danno ai legamenti o il danno osseo fossero di entità eccessiva si può eseguire un intervento a cielo aperto e in anestesia generale detto di Latarjet che sposta la coracoide con i 2 muscoli Coracobrachiali al davanti della glena. La percentuale statistica di recidiva nel primo intervento è intorno al 10% ma senza alcuna complicanza, nella Latarjet il tasso di recidiva si abbassa al 3-5% ma con maggiore incidenza di complicanze. Dopo quanto tempo si riprendono l’attività sportiva e le attività quotidiane? I tempi variano dal tipo di intervento effettuato. In ogni caso, all’intervento segue sempre un periodo di tutore movibile per cui ci si veste, si scrive al computer, ci si lava con cerotti impermeabili e nel giro di pochi giorni si riesce ad arrivare alla bocca. Dopo 20 giorni circa si inizia la riabilitazione e si recupera una normale vita quotidiana. Dopo 2 mesi, si inizia una palestra